No a premi più alti
A novembre si voterà sul finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS), un progetto lobbistico che promette grandi profitti alle casse malati e agli attori privati. Il rischio della sua approvazione sono premi ancora più elevati per tutte e tutti.
Buone ragioni per votare no il 24 novembre:
Aumento dei premi delle casse malati: In caso di approvazione di EFAS, le casse malati si sobbarcherebbero la maggior parte dei costi delle case anziani e dei servizi di cura a domicilio, mentre i Cantoni si ritirerebbero dal finanziamento. La conseguenza sarebbero premi di più alti per tutti e tutte. In 17 cantoni, i premi aumenterebbero subito di circa 480 milioni di franchi per effetto dell’adeguamento alla chiave di ripartizione nazionale.
Più pagamenti di tasca propria: In aggiunta al pagamento del premio, chi necessita di essere assistito tramite cure a domicilio o si trova in una casa anziani dovrà partecipare ai costi. Attualmente l’importo è limitato a un massimo di 15 franchi al giorno per le cure a domicilio e a 23 franchi per chi risiede in casa anziani. La riforma eliminerebbe questi limiti e la partecipazione ai costi aumenterebbe in futuro.
Pagare di più per l’ospedale: In caso di ricovero in ospedale verrebbero applicate una franchigia e un’aliquota in percentuale agli interi costi del trattamento invece che solo sul 45% di essi come finora. Un’appendicectomia verrebbe a costare quasi 400 franchi in più.
Partecipare:
Stop a questo pericoloso intervento
Opinioni
Peggiorare
le cure?
No a questo esperimento pericoloso
Nel mirino degli affaristi si trovano, oltre agli ospedali, soprattutto le case anziani e i servizi di assistenza e cura a domicilio. Sono in gioco sia la qualità dell’assistenza che le condizioni lavorative. È fondamentale che questo pericoloso esperimento venga bloccato sul nascere.
Buone ragioni per dire no a questa riforma:
Peggioramento della qualità: A beneficiarne sarebbero ad esempio le cliniche private e le case anziani alla ricerca di proventi. Gli ospedali con servizio 24 ore su 24 e accessibili a tutti e tutte non se la caverebbero altrettanto bene. Si troverebbero infatti costretti a risparmiare, e dove potrebbero farlo? A scapito delle condizioni lavorative e della qualità delle cure. E questo anche se il personale di cura è già al limite.
Il controllo viene privatizzato: Invece dei Cantoni, con la riforma sarebbero le casse malati ad amministrare 13 miliardi di proventi fiscali, oltre ai 35 miliardi di franchi dei premi. Gli assicuratori si distribuirebbero questi miliardi. Si tratta di un controllo completo, che eliminerebbe qualsiasi forma di gestione democratica dei fondi.
Ricavi al privato, perdite allo Stato: La riforma è stata imbastita dalle lobby delle cliniche private e delle organizzazioni di assistenza e cura a domicilio a scopo di lucro, con il sostegno delle casse malati. Questi operatori privati potrebbero accaparrarsi i casi più profittevoli e le persone con l’assicurazione complementare, lasciando i casi più complicati e costosi alle istituzioni pubbliche.
Buoni argomenti:
No a questo intervento pericoloso.
Le conseguenze della riforma del finanziamento della sanità (EFAS) sono devastanti per i e le pazienti. In caso di approvazione della riforma, i rischi sono premi per la cassa malati più alti e una maggiore partecipazione diretta ai costi per tutti e tutte, oltre a condizioni lavorative peggiori per il personale sanitario. Questo pericoloso esperimento richiede un NO deciso.
Nella nostra argomentazione le spieghiamo il contesto della riforma e gli argomenti chiave a favore della votazione. Preferisce leggerli più tardi quando è più comodo? Saremo lieti di inviarle via e-mail.
Leggere l’argomentazione ora
A causa dell’aumento dell’età media della popolazione, le spese associate alla lungodegenza (case anziani e assistenza cure a domicilio) stanno aumentando notevolmente. Proprio in merito a queste spese, con l’approvazione di EFAS, il tetto ai premi attualmente vigente verrà eliminato dalla legge, aumentando la contribuzione di chi paga i premi. Alla fine dei conti la minaccia è quindi quella di un ulteriore aumento del premio a lungo termine, un rischio che deve essere assolutamente evitato.
Inoltre, EFAS aumenta direttamente anche la partecipazione ai costi (franchigia e aliquota percentuale) per i pazienti. Tutto questo non vale solo per le lungodegenze, ma anche per i pernottamenti in ospedale. Già oggi gli assicurati e le assicurate pagano di propria tasca una quota record in confronto agli altri paesi.
EFAS comporta una pesante rivoluzione nel finanziamento della sanità, che per di più avrà effetti totalmente differenti in base ai Cantoni. Nella maggior parte di essi però, l’introduzione di una compensazione unitaria a livello nazionale avrà fin da subito come conseguenza un enorme aumento dei premi, come confermano anche chiaramente i dati raccolti dall’amministrazione.
EFAS causerebbe sfaceli soprattutto nel settore della lungodegenza (case anziani e servizi di assistenza e cura a domicilio), perché con la revisione la responsabilità dei Cantoni verrebbe semplicemente eliminata dalla legge. Al posto del finanziamento pubblico diretto attuale, si dovrebbe contrattare con le casse malati una nuova tariffa unitaria, il cui importo sarebbe tutto da definire.
L’unica cosa certa è che le istituzioni pubbliche, che attualmente devono sobbarcarsi molti oneri straordinari, sarebbero le prime a trovarsi sotto pressione. Parallelamente, gli attori privati avrebbero ogni interesse a espandere le proprie capacità e fatturare allegramente secondo tariffa, tutto questo a spese di chi paga i premi e i contribuenti.
I risparmi prospettati (che verrebbero in ogni caso annientati dall’effetto demografico), sarebbero raggiungibili unicamente applicando tariffe da dumping, che avrebbero effetti negativi non solo sul personale, ma anche e soprattutto sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
Lo studio d’accompagnamento della Confederazione rileva addirittura l’impossibilità di stimare come questa rivoluzione possa «ripercuotersi sulle spese per la sanità e sulla qualità». Risparmiare a spese dei nostri anziani? Non possiamo permetterlo e neanche rischiare.
L’accessibilità ai servizi sanitari è una componente del servizio pubblico. In linea di principio, attualmente tutti abbiamo diritto a un buon trattamento e a una cura ottimale. Questo però presuppone che il controllo della qualità dell’assistenza e l’organizzazione della sanità non siano affidati ad aziende con scopi di lucro, ma alla cosa pubblica.
Le decisioni sui trattamenti ottimali devono provenire da medici e professionisti e non da impiegati delle casse seduti davanti a uno schermo. Inoltre, sono i Cantoni a dover decidere quali spese attuare per assicurare ovunque la qualità dell’assistenza.
Eppure EFAS rema in direzione contraria, perché, secondo quanto rileva uno studio d’accompagnamento, l’obiettivo dichiarato della riforma è che le casse malati possano «gestire maggiormente il percorso di trattamento tramite il rimborso dei costi». I Cantoni dovranno quindi accontentarsi di pagare le fatture emesse dalle casse.
In altri termini, in futuro le casse malati avrebbero il controllo del nostro sistema sanitario e di cura e quindi di oltre 13 miliardi di franchi di proventi fiscali. Né i Cantoni (per l’organizzazione e i controlli), né i fornitori di prestazioni (per i singoli trattamenti) potrebbero più prendere decisioni in autonomia.
Con EFAS gli ambiti dell’assistenza stazionaria (es. ospedali), che oggi vengono sovvenzionati in modo differenziato, e i trattamenti ambulatoriali (es. ambulatori medici, ospedalieri, servizi di assistenza e cura a domicilio) verrebbero ora finanziati in tutta la Svizzera in base a una chiave di finanziamento unitaria, gestita dalle casse malati. Ciò aumenterà ampiamente il potere e il controllo delle casse malati. A lungo termine l’accettazione di EFAS porterebbe a un’assistenza di minore qualità e a premi più elevati.
I sostenitori di EFAS dicono che la riforma permetterà di risparmiare ottimizzando le procedure. Anche se gli studi effettuati sulla questione non sono riusciti a dimostrare seriamente questo effetto positivo, una cosa è certa: con la perdita di responsabilità prevista per i Cantoni nell’ambito del finanziamento e dell’organizzazione per case anziani e servizi di assistenza e cura a domicilio, si stenderebbe il tappeto rosso per attori privati a scopo di lucro. Il tutto sarebbe identico a quanto avviene da oltre dieci anni in ambito ospedaliero, con le note conseguenze negative per chi paga i premi, per gli ospedali pubblici e per il personale.
Mentre i numerosi attori a scopo di lucro già si fregano le mani per le numerose «opportunità» offerte da EFAS, neanche le associazioni che rappresentano le casse malati si schierano in maniera unitaria a favore di questa misura. Santésuisse, la più grande di esse, ha mantenuto il silenzio e già da tempo ha lasciato trasparire quanto segue: «EFAS non risolve il problema fondamentale dell’eccessivo aumento dei costi in ambito sanitario». Evitiamo quindi di inchinarci alle lobby che tengono in pugno l’alleanza a favore di EFAS e rigettiamo questa proposta!